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Come è fatto un carrello elevatore

 

Il carrello elevatore è un mezzo di lavoro indispensabile per gran parte delle aziende. Ciononostante, può capitare di non avere dimestichezza con questi strumenti ed essere indecisi sull'acquisto più opportuno per le proprie esigenze.

Nei nostri sopralluoghi, oltre a valutare le specifiche dell'ambiente di lavoro, assistiamo l'imprenditore con consulenze dettagliate per fugare ogni dubbio.

Innanzitutto, occorre avere un'idea chiara: come è fatto un carrello elevatore?

In questo articolo accenneremo alle diverse tipologie presenti sul mercato e vedremo le caratteristiche generali del classico muletto.

 

Le tipologie di carrello elevatore

Come spieghiamo ai nostri clienti, in commercio esistono moltissimi tipi di mezzi atti alla movimentazione di merci e materiali. Si va dal semplice transpallet timonato, manuale o elettrico per semplici spostamenti a terra, fino al carrello multidirezionale, tecnologicamente molto avanzato, di cui abbiamo parlato in un recente articolo.

I modelli più diffusi nei magazzini sono il carrello frontale, il commissionatore e il retrattile. Ogni attività di movimentazione, picking, stoccaggio e carico/scarico merci ha un mezzo dedicato, così come vari accessori vanno a completare la configurazione dei muletti a vantaggio delle attività.

Ma vediamo da vicino come è fatto un carrello elevatore.

 

Anatomia del carrello elevatore frontale

Il carrello elevatore più diffuso è il "frontale". Questo è caratterizzato dalla presenza delle forche nella parte anteriore, proprio di fronte all’operatore. Insieme a piastra e montante (o castello), permettono di prelevare e sollevare il materiale all'altezza desiderata (in genere fino a sei metri di altezza).

La piastra si muove anche lateralmente per facilitare l’inforcamento del pallet, mentre il montante può inclinarsi (brandeggio) consentendo di avvicinare il baricentro del carico, a vantaggio della stabilità generale. Vi sono diverse categorie di montante, a seconda del numero di stadi presenti e dell’eventuale altezza da raggiungere: sono dette simplex, duplex, triplex o quadruplex.

 

Subito dietro al montante è presente la postazione di guida del mezzo.

L’abitacolo è protetto da una struttura metallica - tettuccio - che tutela l'operatore da eventuali cadute del carico, o in caso di ribaltamento del veicolo. Qui trovano spazio i comandi; oltre al classico volante sono presenti almeno 3 leve (sollevamento, brandeggio, traslatore),  i pedali di trazione e freno, il freno di stazionamento e a volte gli specchi retrovisori (non sono obbligatori). Può essere dotato di una vera e propria cabina con vetri, se il carrello è destinato all'uso esterno.

Il sedile ammortizzato ed i dispositivi sono realizzati ponendo attenzione a comfort, ergonomia e sicurezza, per avere sempre sotto controllo il proprio lavoro.

 

Nel vano sotto il sedile si può trovare il motore termico oppure la batteria (nel caso dei modelli elettrici). Che si tratti di motorizzazione elettrica o a gasolio, il carrello "controbilanciato" per garantire la stabilità deve avere una massa di almeno  una volta e mezza la sua portata nominale.

Le ruote del carrello, che possono essere in numero di tre o quattro, vengono realizzate in diversi materiali. La più comune attualmente è la superelastica, senza camera d'aria, con buone caratteristiche di elasticità ed adatta a diversi tipi di pavimentazione.

 

I modelli di carrello elevatore in commercio sono molti e configurabili in vari modi. Il frontale è sicuramente il più versatile, ma va scelto con accuratezza, cosa che consigliamo ai nostri clienti da quasi sessant'anni.